Mancano 10 mila lavoratori stagionali nelle campagne toscane in vista dell’estate. La forza lavoro attuale non sarà sufficiente per garantire la raccolta di ortaggi, frutta, uva ed olive nei prossimi mesi. E’ quanto afferma Coldiretti Toscana sulla base di una prima stima del fabbisogno delle aziende agricole in regione. I due mila ingressi previsti con il decreto flussi copriranno solo un posto su quattro a fronte del doppio di domande da parte degli imprenditori agricoli. Quasi un’azienda agricola su due (41%) si trova o si è trovata in carenza di manodopera come evidenziato dall’indagine di Coldiretti e Fondazione Campagna Amica presentata nell’ambito del progetto Fami Demetra: un “gap” tra domanda ed offerta che si ripercuote sulla crescita e sullo sviluppo del potenziale delle aziende agricole.
Nelle campagne servono – sottolinea Coldiretti Toscana – raccoglitori per le verdure, la frutta, la vendemmia ed operai negli allevamenti e nei vivai ma anche figure specializzate come i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici. Non vanno dimenticati poi – continua Coldiretti Toscana – i nuovi sbocchi occupazionali offerti dalla multifunzionalità che vanno dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili.
Si tratta di un fabbisogno da colmare con un decreto flussi aggiuntivo per l’arrivo di manodopera dai paesi extracomunitari aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge ed attraverso l’utilizzo del un nuovo sistema di prestazioni occasionali che sostituisce i vecchi voucher che prevede un importante snellimento degli adempimenti e dei costi per l’impresa garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori nel pieno rispetto della disciplina della contrattazione collettiva di settore. Il nuovo strumento non potrà essere impiegato per l’impiego di operai agricoli, cioè coloro i quali nei precedenti 3 anni sono iscritti nei registri anagrafici degli operai agricoli. Potranno accedervi – spiega Coldiretti Toscana – pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno. Al lavoratore saranno inoltre garantite le stesse tutele (contrattuali, previdenziali, assistenziali, ecc.) previste per gli occupati a tempo determinato. “E’ uno strumento – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – destinato anche nella nostra regione a garantire ulteriore forza lavoro nelle nostre campagne dove oggi attualmente sono impegnati 56 mila lavoratori agricoli, l’80% assunti con contratto a tempo determinato”.
In Toscana – conclude Coldiretti Toscana – quasi un prodotto agricolo su due viene raccolto da mani straniere con 23.915 lavoratori stranieri (42,5% del totale) provenienti da 136 paesi principalmente da Romania, Albania, Senegal, Marocco, Macedonia, Pakistan e Nigeria, Kosovo e Tunisia. Si tratta soprattutto di lavoratori dipendenti a tempo determinato che arrivano dall’estero e che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese spesso stabilendo delle durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli.