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22 Luglio 2017
LIFE FROM SOIL: UN PROGETTO DI AGRICOLTURA PER LE COMUNITA’

Il progetto "Life From Soil", finanziato dall’Ue nell’ambito del programma Erasmus + ed avviato nel 2015 con un parternariato che ha visto coinvolti 9 paesi europei, tra cui l’Italia, con obiettivo di migliorare la qualità della vita in termini sia sociali che di impiego di persone svantaggiate e vulnerabili utilizzando la “risorsa terra”, ha prodotto una guidebook di buone pratiche.

La guidebook è uno strumento, consultabile in diverse lingue (anche in italiano), a disposizione di tutte le aziende agricole e delle realtà interessate ad intraprendere un percorso di agricoltura sociale: la Guida delle Migliori Pratiche è scaricabile gratuitamente al link https://www.avanzi.unipi.it/index.php/ricerca/item/167-progetto-life_from_soil.html
L’istituzione italiana a cui è stata affidata l’attività di ricerca, di formazione, di costruzione del senso comune di cosa significhi fare agricoltura sociale, nonché della pubblicazione della guidebook è il CiRAA (Centro di ricerca agro-ambientali Enrico Avanzi dell'Università di Pisa), a cui vanno i nostri più sentiti ringraziamenti.
Questa guida, raccoglie i casi di studio maggiormente significativi e virtuosi di tutti gli Stati partner di progetto (Italia, repubblica Ceca, Finlandia, Ungheria, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Regno Unito) analizzandoli e dando modo a chi si vorrà confrontare in futuro con questo tipo di attività, non solo di conoscere cosa di meritevole è stato realizzato ad oggi in Europa, ma di capire quali processi, dinamiche, risorse possono essere messi in gioco per ottenere il massimo dalla propria idea di progetto agricolo aperto alla comunità.
Tutti i passi realizzati, daIla scelta del luogo di attivazione, alle strategie di comunicazione di quanto realizzato, ai soggetti da coinvolgere sul territorio (sia come utenti che come stakeholders), alle normative vigenti in termini di politiche ambientali, di salute e di sicurezza, alle modalità di reperimento e gestione delle risorse economiche, alle strategie gestionali vengono analizzati e commentati, insieme con i punti di forza e di debolezza emersi da ogni progetto implementato, dando luogo ad una gamma molto vasta di esempi e possibilità a cui ispirarsi.
Le possibilità di applicazione di quello che risulta essere un modello procedurale virtuoso e sostenibile vengono ricondotte a diverse categorie di pratiche, tutte dettagliatamente spiegate: l’orticoltura sociale e terapeutica (orticoltura biologica, green exercise, mindfulness, etc.); le iniziative agricolturali (agricoltura sociale, community supported agricolture, cibo locale etc); i progetti di comunità (ecovillaggi e living villages); i progetti di formazione ed educazione ad un uso sostenibile della terra; l’imprenditoria sostenibile.
Nel manuale è presente anche una preziosa legenda dei termini e delle definizioni utilizzate nella descrizione dei progetti, perché ad ogni nuovo approccio corrisponde necessariamente un nuovo e specifico linguaggio, che contribuisce a ridefinirne il senso.
Tra le esperienze italiane presentate nel manuale ci fa particolarmente piacere citare la presenza di due aziende toscane socie di Coldiretti: la Cooperativa Agricola Biologica e Biodinamica Calafata di Lucca, che dal 2011 ha formato e integrato, nella produzione di vino, olio, miele e ortaggi, richiedenti asilo e persone uscite da percorsi di cura o detenzione dando loro una nuova possibilità di integrazione sociale e lavorativa, e l’Azienda Biologica BioColombini di Crespina (Pisa), che realizza da anni progetti di ortoterapia con disabili e progetti di inclusione sociale e lavorativa con utenti del settore delle dipendenze, operando in agricoltura sociale ancor prima che questa attività avesse un suo nome proprio!
Coldiretti ritiene che lo sviluppo economico legato alla sfera sociale, consentito dalla multifunzionalità dell’impresa agricola, sia un’occasione da cogliere perché consente di utilizzare alcuni valori “naturali” del mondo rurale (disponibilità di spazi, tempi di vita meno frenetici, tipologia di attività), sia per fornire risposte adeguate ad una utenza che presenta diverse forme di disagio - da soggetti a bassa contrattilità, a quanti sono in una fase di formazione o ridefinizione della propria personalità e identità, a persone con disabilità fisica o mentale -, sia per venire incontro alle necessità di miglioramento del reddito delle imprese nei momenti più difficili. Nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona.
Anche per questo, come ha dichiarato il Presidente Nazionale della Coldiretti Roberto Moncalvo “A un anno dalla storica approvazione della legge nazionale, sono necessari i decreti attuativi per l’agricoltura sociale, che potrà far sviluppare un nuovo modello di welfare con l’agricoltura protagonista di progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona. Occorre definire e approvare i decreti attuativi per avere un quadro omogeneo sul territorio nazionale e consentire le necessarie sinergie di intervento con i Piani di Sviluppo Rurale approvati dalle Regioni”.

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