Un altro passo avanti per la tutela della pastorizia e per una gestione razionale e scientifica del fenomeno delle predazioni che in Toscana ha fatto sparire centinaia di allevamenti spingendo gli agricoltori ad abbandonare le campagne e le aree più interne con ripercussioni pesantissime anche per l’importante filiera lattiero casearia. Anche l’Italia dice si al declassamento del lupo da specie “rigorosamente protetta” a protetta” proposto dall’Europa. Il via libera della Camera alla legge di delegazione europea che recepisce di fatto il declassamento del lupo, e con esso la ratio che ha portato a questa decisione, è un segnale forte e chiaro nei confronti degli agricoltori ed allevatori esasperati ed impotenti di fronte alla crescita esponenziale dei grandi predatori. Una specie, quella dei lupi, che non può più essere considerata, e lo dicono i numeri, a rischio estinzione. Un segnale che Coldiretti Toscana, che quotidianamente denuncia la mattanze nelle stalle da parte dei predatori, accoglie positivamente. E con la principale associazione di rappresentanza anche tanti allevatori che intravedono la luce in fondo al tunnel. “E’ un altro tassello verso una gestione più flessibile dell’emergenza predazioni. – commenta Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana - Si tratta di un segnale importante che va nella direzione da noi richiesta da anni a tutela degli allevatori e della sicurezza dei cittadini sempre più preoccupati dalla presenza anche nelle aree periurbane di lupi e canidi. Il declassamento apre uno scenario nuovo, ovvero la possibilità di interventi di controllo sulle popolazioni di lupo e sulla gestione dei singoli esemplari problematici. Questo provvedimento rappresenta finalmente una risposta concreta a un disequilibrio che non è più sostenibile”.
Sono oltre 20 mila gli esemplari nell’Unione Europea, un numero impensabile trent’anni fa, in Italia sono almeno 3.300, 950 nelle regioni alpine e quasi 2.400 lungo il resto della penisola con una probabilità di presenza molto elevata in Toscana dove ha colonizzato quasi la totalità degli ambienti idonei e dove non è più inusuale incontrarlo anche vicino alle abitazioni come testimoniato da numerosi video ed incontri. Il depotenziamento del livello di protezione, fornisce ora agli stati membri lo strumento che fino ad oggi mancava per gestire razionalmente la popolazione dei lupi. “Quella del mondo agricolo non è mai stata una guerra contro il lupo e non lo sarà mai, nemmeno oggi. – conclude la presidente Cesani - Abbiamo assistito in questi anni alla scomparsa di centinaia di stalle in molte zone rurali insieme alla sparizione di migliaia di capi. Va ristabilito l’equilibrio per salvare i nostri pastori ed il futuro delle nostre campagne dove predatori, ma anche cinghiali, sono una calamità per le aziende”. Ora manca solo il si del Senato per chiudere il cerchio.