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5 Novembre 2011
MALTEMPO: 280 COMUNI A RISCHIO IN TOSCANA, PRESENZA ATTIVITA’ AGRICOLE EVITATO CATASTROFE

In Toscana 98% comuni a rischio frane e smottamenti: stop all’edificazione senza controllo nelle aree dove corso natura deve essere modificato. In Lunigiana annegati decine di capi di allevamento ed aziende isolate. Tulio Marcelli, Presidente Regionale Coldiretti: “Coscienza e saggezza mondo agricolo ha evitato danni peggiori”.

“La coscienza e la saggezza del mondo agricolo hanno evitato conseguenze ben peggiori in Lunigiana”. La presenza delle attività agricole sul territorio, ed in zone altrimenti abbandonate, riduce la “fragilità” del terreno e il rischio di frane, smottamenti ed eventi calamitosi. I fatti di cronaca si sprecano negli ultimi anni: la terribile sequenza di frane nella zona del Candia e Lavacchio lo scorso anno, nel comune di Massa costata anche un duro bilancio di vittime, e l’esondazione del fiume Serchio che ha flagellato il pisano e lucchese nel 2009.
Secondo Coldiretti (info su www.toscana.coldiretti.it) in Toscana ci sono 280 i comuni a rischio: pari al 98% del totale. Tra i 10 capoluoghi toscani, ben sette – Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Pisa, Prato e Pistoia – presentano addirittura il 100% delle Amministrazioni classificate a rischio. Seguono Arezzo, Siena e Grosseto, rispettivamente con il 97, il 94 e l’86 per cento delle municipalita’ considerate a rischio. L’area interessata dal maltempo è dunque più fragile rispetto alla media nazionale in Italia dove comunque - precisa la Coldiretti - ci sono 5.581 comuni, il 70 per cento del totale, a rischio idrogeologico, dei quali 1.700 sono a rischio frana e 1.285 a rischio di alluvione, mentre 2.596 sono a rischio per entrambe le calamità.
La solidarietà che Coldiretti rivolge a tutte le imprese agricole che con differenti difficoltà, disagi e danni hanno subito la furia dell’esondazione. “Alle imprese della Lunigiana, presidio imprescindibile nel mantenimento di equilibri fragilissimi, come hanno dimostrato questi tragici fatti, la nostra solidarietà. Gli resteremo vicino, come abbiamo sempre fatto, perché è grazie alla loro presenza sul territorio, notte e giorno, e grazie alla coscienza e saggezza del mondo agricolo, che catastrofi ben peggiori sono scongiurate”. Coldiretti punta il dito anche contro la cementificazione selvaggia: “Il progressivo abbandono del territorio e il rapido processo di urbanizzazione spesso incontrollata non è – analizza Marcelli – non è stato accompagnato da un adeguamento della rete di scolo delle acque; è necessario intervenire per invertire una tendenza che - conclude il Presidente Regionale - mette a rischio la sicurezza idrogeologica di tutto il territorio”.

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