BRACE, BOLLITO E BRODO PER RILANCIARE
IL CONSUMO DI CARNE ROSSA
A LASTRA A SIGNA, SABATO 14 NOVEMBRE, LA GRANDE FESTA DGLI ALLEVATORI
PER IL PRIMO COMPLEANNO DELLA BOTTEGA ITALIANA
Lastra a Signa si trasforma in una grande fattoria: con mucche e vitellini, pecore e agnelli, polli, anatre, oche che, sotto gli occhi dei passanti, si lasciano ammirare, mentre dormono, mangiano, giocano…. E per l’intera giornata ospita una mega braceria all’aria aperta.
Sabato 14 novembre, gli allevatori accenderanno una maxi griglia per cuocere centinaia di salsicce e wurstel, decine di chili di lombate e rigatino, tutto rigorosamente prodotto in Toscana. E serviranno, complice la stagione invernale, due piatti clou della cucina fiorentina di stagione: il lesso e il brodo.
E’ questo il miglior biglietto da visita per consentire ai consumatori di scoprire da vicino il sapore di pezzi nobili e pregiati del bovino come la bistecca, e quelli meno costosi e più umili, ma per questo non meno gustosi, come il muscolo e la zampa. Ma soprattutto per riavvicinare i consumatori alla carne di origine certa e tracciata.
Sono questi gli ingredienti della grande festa di compleanno organizzata da Caf (la Cooperativa agricola di Firenzuola), Panino Tondo (titolare dell’hamburgeria che l’affianca), in collaborazione con Arat (l’Associazione allevatori della Toscana) e Coldiretti Firenze/Prato, per festeggiare il primo compleanno della Bottega Italiana di via…., che si terrà dalle 9.30 al tramonto.
Tutti riuniti, allevatori e consumatori, autorità e rappresentanti delle istituzioni, per celebrare l’inizio dell’importante avventura commerciale decollata nel novembre 2014 e festeggiare un successo che, neppure i recenti allarmismi scatenati dalle rivelazioni dell’Oms, sono riusciti ad incrinare.
Qui, infatti, le vendite non hanno subito battute di arresto: i consumatori, come era già successo nei periodi bui di Mucca Pazza, non si sono scoraggiati e hanno dimostrato di continuare a fidarsi del made in più autentico e dell’allevatore che ci mette la faccia.
Per questo la Bottega di Lastra a Signa, che ha il suo fulcro proprio nella commercializzazione della “ciccia” in tutte le sue versioni (fresca, pronta da cuocere, cotta; bovina, ovina, di cacciagione, bianca…), ha potuto mantenere costante e alto il trend delle vendite. Un’ottima performance realizzata anche con il supporto dell’hambugeria dove il macinato mugellano si trasforma in deliziosi panini.
Cosi a dodici mesi di distanza della sua inaugurazione, i motivi per festeggiare non mancano, soprattutto considerando il flop registrato dalla grande distribuzione dove le vendite di carne, anche nella nostra regione, sono calate mediamente di 9 per cento, con punte massime per i wurstel, protagonisti di un autentico tracollo che arriva a sfiorare il -20%, per le carni pronte che hanno raggiunto un – 11%, per i salumi che si sono posizionati su un -10%. Un po’ meglio è andata alla carne bovina fresca che ha limitato i danni fermandosi a un -6,8%. Dati negativi che, fortunatamente, non hanno portato perdite nella Bottega Italiana aperta da Caf, ma che, comunque, finiscono per penalizzare un comparto di eccellenza per la Toscana.
“I consumatori potranno verificare la qualità delle nostre carni”, dice il Presidente di Coldiretti Firenze-Prato, Roberto Nocentini , che è a capo anche dell’associazione allevatori della Toscana. “Gli allarmismi creano pesanti ripercussioni alle nostre stalle. Il problema va arginato garantendo una corretta informazione al consumatore, a cui in etichetta va indicata con chiarezza la provenienza della materia prima. Non dobbiamo, né possiamo, attendere un’emergenza per correre ai ripari. E' questa l’unica vera battaglia che l'Italia deve fare in Europa per garantire la salute dei suoi cittadini e il reddito delle sue imprese”.
“Le carni nostrane sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni ed ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione che assicurano il benessere e la qualità dell’alimentazione degli animali. – spiega Roberto Maddè, direttore Coldiretti – Gli animali allevati in Toscana non sono uguali a quelli allevati negli altri paesi dove non abbiamo garanzie su come vengono alimentati ed allevati. Con l’iniziativa “io sto con la carne rossa” organizzata dai nostri agriturismi e con l’evento di oggi vogliamo dare una spallata a chi oggi vive con preoccupazione e timore il rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, senza tenere conto che hot dog, bacon e affumicati non fanno parte della dieta mediterranea e della nostra tradizione a tavola. Le nostre abitudini alimentari sono ben diverse da quelle dei consumatori del resto del mondo. L’allarme rischia solo di fare danni alla nostra zootecnica e ad una delle economie più importanti del nostro agroalimentare”.
A rischio, come già stimato nei giorni precedenti, 10mila posti di lavoro nel settore che interessa almeno 4mila aziende. Purtroppo infatti il trend negativo ha già cancellato centinaia di stalle.
Le razze autoctone da carne hanno registrato complessivamente un calo del numero di capi di un – 5% tra il 2012 e il 2013, mentre il calo è stato dell’1,4% dal 2003 al 2013 anno in cui si contavano 18.544 capi di Chianina e 1.987 di Maremmana. Tra le razze toscanizzate, il primato spetta alla Limousine che in Toscana vanta 6.822 capi allevati in 123 stalle.