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2 Giugno 2016
MILK DAY: CON ETICHETTA FIRMA DI 20MILA MUCCHE SU FORMAGGI E DERIVATI, UN BICCHERE AL GIORNO DI LATTE PER 60% DEI TOSCANI

Storico via libera all’etichetta di provenienza del latte e dei derivati servirà a 3.500 stalle toscane sopravvissute alla crisi.
Toglietemi tutto ma non il bicchiere di…latte. Oltre due milioni di toscani (60,6%) bevono, almeno una volta al giorno, latte. Il 20% consuma invece formaggi e derivati quotidianamente. Per loro, e per gli allevatori toscani, la Giornata Nazionale del Latte Italiano che si svolta a Milano in occasione del Milk World Day celebrato dalla Fao in tutto il mondo alla presenza migliaia di allevatori di Coldiretti, segna un punto di svolta importante nella battaglia per un’etichettatura trasparenze e chiara. Lo storico via libero all’obbligo di indicare in etichetta la provenienza del latte e dei derivati come formaggi o yogurt annunciato dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi e dal Ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina serve molto, moltissimo, alle 3.500 stalle toscane che producono latte “sopravvissute” alla crisi che ha spazzato via 150 stalle all’anno negli ultimi dieci anni. Complessivamente il settore agricolo lattiero produce circa 62mila tonnellate di latte all’anno (+3,5%). E’ ancora Milano, a portare buone nuove agli agricoltori. La scorsa volta, sulle sponde dell’Expo, Coldiretti aveva portato a casa la cancellazione dell’Imu. “Un risultato – commenta Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana che ha guidato la delegazione formata anche da tantissimi giovani allevatori – atteso dai nostri allevatori e dai consumatori che arriva a undici anni esatti dall’introduzione dell’obbligo di indicare l’origine per il latte fresco fortemente voluto dalla Coldiretti anche per sostenere i consumi di un alimento fondamentale nella dieta degli italiani. Con l’etichettatura di origine – prosegue Marcelli - si dice finalmente basta all’inganno del falso Made in Italy che riguarda tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta”.
20mila mucche da latte presenti in Toscana possono finalmente mettere la firma sulla propria produzione di latte, formaggi e yogurt che – sottolinea Coldiretti - è garantita a livelli di sicurezza e qualità superiore grazie al sistema di controlli realizzato dalla rete di veterinari più estesa d’Europa, ma anche ai primati conquistati a livello comunitario con il Pecorino Toscano Dop e 35 varietà tipiche. Dalle frontiere italiane passano – sottolinea Coldiretti - ogni giorno 24 milioni di litri di “latte equivalente” tra cisterne, semilavorati, formaggi, cagliate e polveri di caseina, per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. Nell’ultimo anno - denuncia ancora Coldiretti - hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10 per cento dell’intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco. “L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, dei formaggi o dello yogurt non consente – spiega Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana - di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy. L’obbligatorietà dell’indicazione è un passaggio importante verso la trasparenza, la sicurezza alimentare e la difesa della zootecnica nazionale”.

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