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22 Febbraio 2013
OCCHIO ALLA FARFALLA NEMICA DEL MAIS

La Diabrotica virgifera virgifera ha scavalcato gli Appennini e ha infestato le coltivazioni di mais di tutta la Toscana, proveniente dall'Emilia Romagna. La Diabrotica virgifera virgifera è la larva di una farfalla che attacca le radici della pianta del mais, facendola cadere e quindi rendendola inadatta al raccolto. Nessun pericolo per la salute di umani e animali, solo ingenti danni economici per gli agricoltori che non prendono adeguate contromisure.
Coldiretti segue la situazione organizzando periodici incontri coi produttori, per informarli delle novità, oltre a fornire assistenza tecnica presso tutte le sedi provinciali e di zona.
Le analisi condotte dalla Regione Toscana in collaborazione con le imprese agricole hanno evidenziato che tutta la regione è infestata. La Valdinievole e la Lucchesia sono due delle zone toscane vocate alla coltivazione di cereali ma ad essere sotto attacco sono anche il fiorentino, l'aretino e il pratese. Solo nel nord Toscana sono interessate oltre 500 imprese agricole. Per evitare guai maggiori, la Regione Toscana ha intensificato le misure del “Piano di azione” per l'anno 2013 (decreto 5950 del 18 dicembre 2012). Ecco gli elementi essenziali: le aziende produttrici inserite nella zona di contenimento hanno l'obbligo di rotazione delle colture in modo che il mais non sia coltivato negli stessi campi per più di un anno su due; inoltre non potranno importare da zone infette piante e parti di piante allo stato fresco; potranno impiegare macchine agricole (mietitrebbiatrici, trinciatrici ecc.) che hanno operato in zone infette soltanto dopo un'accurata pulizia. Da evitare inoltre la semina nei mesi di aprile e maggio. E' invece possibile seminare anche dopo il secondo anno sugli stessi terreni ma a condizione che venga seminato o entro il 31 di marzo o dopo il 1 giugno comunicando alle regione con apposito modello la data di semina e i terreni interessati, come indicato nel punto 4 del decreto 5950 del 18/12/12. Infine è obbligato a presentare domanda unica aziendale (DUA) indicando particella per particella dove viene coltivato.

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