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22 Luglio 2008
PRESENTATO IL DECIMO RAPPORTO SULL’AGRICOLTURA

Presenta luci e ombre l’agricoltura toscana messa in posa dalla Regione e dall’Arsia e fotografata dall’Irpet. Il ritratto che emerge è assai diverso da quello di dieci anni fa, quando  fa l’agricoltura faceva notizia soprattutto per le emergenze sanitarie e per la distruzione, con fondi pubblici, dei prodotti agricoli in eccesso. Oggi che  l’alimentazione è tornata ad essere uno dei grandi temi di dibattito mondiale, l’offerta è tornata ad essere strategica e, sull’agricoltura, anche in Toscana, si investe.   A fronte però di una crescita complessiva dei temi connessi all’agricoltura, il 2007, oggetto dell’indagine presentata oggi, propone dati in chiaroscuro, come ha sottolineato il presidente della Regione Claudio Martini: ““In un anno – sintetizza Martini - in cui tutta l’economia ha rallentato, anche il comparto agroalimentare ha avuto i suoi contraccolpi, tanto che il Pil nel 2007 ha avuto una crescita bassa, fermandosi ad un +0,3%. In particolare l’agricoltura ha subito gli effetti dell’aumento dei prezzi agricoli al consumo. Per il 2007 si annotano segni positivi, penso al vivaismo e all’agriturismo (+7% e + 11% rispetto al 2006), ma anche indicatori negativi: l’olivicoltura, che è parte dell’immagine stessa della nostra regione ha perso in anno il 22% del valore corrente; conseguenza prevalentemente di eventi climatici avversi. Altre spie rosse da tenere sotto osservazione riguardano l’export agroalimentare (-2,6%) e l’occupazione agricola che nel 2007 ha registrato una contrazione del 16%, superiore a quella nazionale, ma in linea con quella delle altre regioni del centro”.
“I dati – ha detto il direttore di Coldiretti Toscana, Prisco Lucio Sorbo, intervenendo alla presentazione che si è tenuta all’auditorium del Monte dei Paschi di Siena in via de’ Pecori a Firenze – ci offrono spunti di riflessione interessanti. Il primo è che la politica agricola toscana si sta muovendo sulla strada giusta per la valorizzazione del territorio e delle suo produzioni.  A questo si collega la necessità, peraltro evidenziata anche dallo studio, di favorire il percorso di affermazione della vendita diretta e, io aggiungo, dei farmer’s market, che rappresentano l'evoluzione degli attuali Mercatali. I numeri inoltre evidenziano la correttezza della politica del disaccoppiamento, documentata dalla scelta produttiva delle aziende. Sono cresciute anche le società, per merito dell’evoluzione normativa: dispiace solo rilevare che nelle misure per l’imprenditoria giovanile questa forma di aggregazione non venga incentivata. Particolarmente importanti sono i risultati del monitoraggio effettuato sulla diffusione dei prodotti agricoli toscani nella grande distribuzione. Questo mi permette di lanciare un messaggio alla Regione: mi auguro che in futuro si possa  raddrizzare il tiro, nel restringere il made in Tuscany: le politiche regionali devono essere attivate per i prodotti toscani,  che non sono quelli confezionati e preparati in Toscana, ma con prodotto agricolo toscano”.
 
 
 

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