Per poter pagare un caffè al bar gli allevatori devono mungere tre litri di latte pagati solo qualche decina di centesimi alla stalla, ben al di sotto dei costi di produzione in forte aumento per i rincari di mangimi ed energia. E’ quanto afferma la Coldiretti che si è mobilitata con centinaia di allevatori, agricoltori e pastori arrivati da tutta la Toscana per partecipare all’iniziativa che si è tenuta a Firenze ed in contemporanea a Grosseto.
“Non possiamo produrre in perdita”, “Il latte delle nostre mucche è la vostra colazione”, “Il latte non è acqua”, “Mungiamo le mucche, non gli allevatori”, “Senza stalle la montagna muore” recitano alcuni cartelli di protesta che sventolano nel centro di Firenze a fianco della lista dei rincari record subiti da materie prime, semine ed attrezzature tecniche.
“Non si può aspettare oltre per fermare la speculazione in atto sul prezzo del latte alla stalla. – rilancia Roberto Nocentini, Presidente Coldiretti Firenze Prato dal palco della manifestazione - A rischio c’è il futuro degli allevamenti vaccini, poco più di 200 quelli sopravvissuti nella nostra regione, dopo che uno su quattro ha chiuso negli ultimi dieci anni e dopo che la produzione di latte è andata negli anni drasticamente riducendosi. Senza il giusto compenso che tenga conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi tra un anno molte aziende chiuderanno. Il latte agli allevatori – spiega ancora Nocentini – non deve essere pagato sotto i costi di produzione considerato che gli aumenti vanno dal +70% per l’energia con picchi del 110% al +40% per i mangimi”. La Toscana è stata la prima regione a chiedere il rispetto dell’accordo nazionale sul latte da parte della grande distribuzione organizzata grazie al tavolo convocato dal vice presidente della giunta regionale, Stefania Saccardi. Tavolo valutato “deludente” dai vertici di Coldiretti. Con l’accordo la Grande Distribuzione Organizzata – spiega i termini Coldiretti - si impegna affinché si valorizzino e si incrementino gli acquisti di latte UHT, latte fresco, yogurt e formaggi freschi e semi stagionati, tutti da latte 100% italiano, riconoscendo un premio emergenza stalle che viene corrisposto alle imprese della trasformazione per poi essere riversato integralmente agli allevatori, sino a 3 centesimi di euro al litro di latte, con una soglia massima di intervento pari a 0,41 euro/litro alla stalla, iva esclusa.
Secondo l’indicatore sintetico Milk Feed, elaborato dall’Ismea, che confronta il prezzo del latte alla stalla con quello di un pasto tipo per le mucche composto da mais e farina di soia, nell’ultimo anno – spiega Coldiretti - si è scesi sotto la soglia ritenuta "critica", segnale della sofferenza degli allevamenti. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, - sottolinea Coldiretti - ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l’ultima indagine Ismea, molto al di sotto del prezzo che in Toscana oscilla tra i 36 ed i 37 centesimi.
Una crisi che colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire con una produzione regionale di circa 60 mila tonnellate nel 2020/2021 (era di oltre 80 mila nel 2003/2004). Le difficoltà dei produttori di latte sono peraltro la punta dell’iceberg di una situazione di diffusa sofferenza dell’intero all’allevamento italiano che coinvolge anche – continua la Coldiretti - i bovini da carne, gli ovicaprini, i suini e gli avicoli. “La stabilità della rete zootecnica toscana ha un’importanza che non riguarda solo l’economia regionale ma ha una rilevanza sociale e ambientale. – spiega ancora Nocentini - Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado dei territori soprattutto in zone svantaggiate, dall’interno alla montagna”.
Per evitare il crollo del sistema è necessario – sostiene Coldiretti – vigilare contro le pratiche commerciali sleali e fermare i contributi pubblici per aziende agroalimentari che pagano il latte sottocosto con l’avvio di una indagine dell’Autorità Ispettorato del Mipaaf su tutte le industrie e le catene della GDO che stanno speculando sul prezzo del latte e degli altri prodotti. Serve – conclude Coldiretti - poi lo sblocco immediato dei pagamenti Agea di 26 milioni di euro per aiuti agli allevatori di bovini da latte fermi da agosto 2021, lo sblocco dei pagamenti per 90 milioni di euro dei fondi zootecnia aiuti Covid del Mipaaf e aiuti per gli allevatori di razze autoctone in crisi a valere sui fondi per le filiere.
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