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7 Giugno 2023
PREZZI: CROLLA GRANO – 40% MA VOLANO PASTA +41% E PANE +9%

I prezzi del grano duro sono crollati del 40% ma l’import dal Canada è cresciuto di ben 9 volte nel 2023 mentre sugli scaffali il costo della pasta per le famiglie toscane è salito mediamente del 41% mentre quello del pane fresco del 9%. E’ quanto denuncia Coldiretti Toscana in occasione del blitz degli agricoltori al porto di Bari davanti a una nave carica di frumento arrivata da Vancouver che, alla vigilia della mietitura, fa esplodere la protesta dei produttori.

Sotto accusa le manovre speculative con un deciso aumento delle importazioni di grano duro dal Canada balzate del +747%, passando da 33,8 milioni di chili dello scorso anno ai 286,2 milioni attuali nei primi due mesi del 2023, secondo un'analisi Coldiretti su dati Istat. In Canada il grano – ricorda Coldiretti Toscana - viene coltivato utilizzando glifosate in preraccolta come disseccante, secondo modalità vietate in Italia.

Non è accettabile – afferma Coldiretti Toscana - che di fronte all’aumento del 41% del prezzo medio della pasta al consumo rilevato dall’Osservatorio dei Prezzi del Ministero del Made in Italy ad aprile 2023 passato in un anno da 1,5 euro a 2,2 euro, mentre quello del pane fresco da 2,88 a 3,13 euro al chilogrammo, il grano duro nazionale necessario per produrla venga invece sottopagato tra i 30 e 33 centesimi al chilo ai 6 mila agricoltori toscani rischiano di non recuperare nemmeno quanto speso per coltivarlo. Proprio quando sta per partire la raccolta è necessario adeguare subito – sottolinea Coldiretti Toscana - le quotazioni del grano duro per sostenere la produzione in un momento difficile per l’economia e l’occupazione.

La domanda di grano 100% Made in Italy si scontra con anni di disattenzione e di concorrenza sleale delle importazioni dall’estero, soprattutto da aree del pianeta che non rispettano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale in vigore in Italia. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Consorzio Agrario del Tirreno (Consorzi Agrari d’Italia) sono in crescita del 2% nel 2023, in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove si stima invece una flessione ma le piogge intense e prolungate di queste settimane potrebbero causare una diminuzione della resa di frumento duro che lo scorso anno si era attestata intorno a 1,9 milioni di quintali.

Occorre garantire che le importazioni di prodotti da paesi terzi rispettino gli stessi standard sociali, sanitari e ambientali delle produzioni italiane ed europee. – spiega Coldiretti Toscana – E’ necessario ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare da subito per accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali.

E’ necessario riattivare da subito - conclude Coldiretti Toscana - la Commissione Unica Nazionale per il grano duro, la cui attività in via sperimentale è stata sospesa nell'ottobre del 2022, perché fornisce trasparenza al mercato e offre la possibilità di poter mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori della filiera eliminando le distorsioni e i frazionamenti delle borse merci locali.

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