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7 Settembre 2010
RESPINTO IL RICORSO PRESENTATO DA LAV E LAC

Nessun dietrofront sulla gestione degli ungulati in provincia di Firenze. Il Tar della Toscana ha respinto il ricorso presentato da Lav e Lac per chiedere la sospensione della delibera della giunta provinciale n. 95/2010, con cui l’ente, in attuazione del piano faunistico 2006-2010, ha definito la densità ottimale degli ungulati nel territorio di competenza e le linee guida per la gestione faunistico venatoria di questi animali.
I giudici amministrativi insomma hanno fermato un percorso che rischiava di compromettere l’efficacia della nuova legge regionale, una legge sollecitata con decisione da Coldiretti, per riportare entro limiti sostenibili il numero dei selvatici da tempo fuori controllo e ormai causa di pensati danni alle colture e alle produzioni agricole, una minaccia per l’ecosistema e un pericolo per la sicurezza  e la salute pubblica.
La più importante organizzazione agricola che, negli anni passati, si era adoperata per ottenere un nuovo quadro normativo di riferimento, capace di gestire la fase di emergenza, è stata la prima a scendere in campo in difesa della nuova legge.
“Ha prevalso il diritto – spiega il Presidente di Coldiretti Toscana Tulio Marcelli, commentando l’esito del ricorso -. La sentenza del Tar evita il blocco del processo di gestione e controllo degli ungulati, un blocco che avrebbe avuto conseguenze gravissime per l’agricoltura, ma anche per la circolazione stradale. Le perizie dei danni che abbiamo presentato parlano chiaro. Nel 2009 solo nell’area del Chianti Classico, la viticoltura, in seguito agli assalti di cinghiali & C.,  nel periodo primaverile ed estivo, ha subito perdite per oltre 15 milioni di euro e, nel periodo autunnale, per più di 14 milioni. I risarcimenti riconosciuti in provincia di Firenze agli agricoltori per i danni subiti a cavallo tra il 2005 e il 2008, pur essendo lontani dal totale indennizzo, da soli bastano a fotografare il problema. Un problema che diventa autentica emergenza quando si vanno ad esaminare anche i pericoli prodotti dall’esubero di ungulati sulla salute dei cittadini: un’analisi commissionata dalla Regione Toscana evidenzia infatti che gli incidenti causati prevalentemente da cinghiali sono stati 551. E’ evidente – conclude il Presidente – che il mancato regolare svolgimento delle attività finalizzate alla verifica dei capi presenti sul territorio avrebbe comportato  un aumento esponenziale del già elevato numero di ungulati, con un conseguente incremento della loro pericolosità e degli esborsi, a titolo di risarcimento, sia per l’agricoltura sia per i danni da incidenti stradali”.
“Superato l’ostacolo del ricorso adesso dobbiamo guardare avanti – aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana Roberto Maddè -. Dobbiamo procedere e dare applicazione alla legge regionale. Le  Province che non lo hanno ancora fatto devono determinare le densità sostenibili;  individuare le aree in cui la presenza di cinghiali & C. non è compatibile con le attività agricole; adottare i piani di gestione e prelievo per  riportare il numero degli animali entro limiti tollerabili.  Coldiretti si è mobilitata per denunciare una situazione insostenibile, che da anni  grava sulle spalle degli imprenditori agricoli. Le istituzioni devono farsi carico dei problemi di una corretta gestione faunistica e ambientale, garantendo alle imprese la possibilità di svolgere la propria attività”.

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