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7 Aprile 2022
RINCARI: FINO A + 70% COSTI PRODUZIONE PER CEREALICOLTORI, ORTOFLORICOLTORI E ALLEVATORI, FUTURO 1 IMPRESA AGRICOLA SU 5 APPESO AD UN FILO

Cerealicoltura, ortofloricoltura e zootecnia: sono questi i settori dell’agricoltura toscana che stanno soffrendo di più per effetto dell’aumento congiunto dei costi energetici e dei fertilizzanti che spingono verso il rischio default un’impresa su dieci (11%). Aumenti che si traducono in un balzo senza precedenti dei costi correnti che penalizzano di più le aziende più energivore come per gli allevamenti di polli con perdite pesantissime fino a 99 mila euro e gli allevamenti di bovini da latte con 47.298 euro, seguite da ortofloricole con 26.927 euro, cerealicole con 18.297 euro e seminative con 17.513 euro. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Toscana su dati Crea in riferimento agli effetti della guerra in Ucraina dopo la crisi generata dalla pandemia Covid. “Gli incrementi medi dei costi correnti si attestano sopra il 54% a livello generale - analizza Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – con punte fino al 65-70% per settori strategici come seminativi, cerealicoltori, orticoltura e floricoltura. L’impatto è stato, almeno fino a questo momento, più contenuto per produzioni meno energivore come l’olivicoltura, la viticoltura e la frutticoltura dove l’impiego di gasolio o concimi è molto ridotto soprattutto in questa fase della stagione ma che è stato invece molto pesante per gli altri settori che ne sono dipendenti. Ci troviamo in una situazione in cui le aziende stanno producendo in perdita perché gli aumenti dei costi si stanno divorando i ricavi rendendole finanziariamente fragili. Oggi ci sono 5 mila aziende, solo nella nostra regione, il cui futuro è appeso ad un filo e che si trovano nell’incapacità di far fronte alle spese necessarie per attivare il processo produttivo con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista occupazionale, sociale, ambientale ed economico per i territori”.

Dall’energia ai concimi, dal foraggio per gli animali alle sementi, dal gasolio alle piantine la prima linea dei rincari sulla quale stanno combattendo le aziende agricole si allunga sempre di più – evidenzia Coldiretti Toscana – con aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129%. Per le 6 voci di costo considerate dall’indagine, ovvero fertilizzanti, mangimi, gasolio, sementi-piantine, fitosanitari, noleggi passivi, l’impatto medio per le imprese toscane è di oltre 14.358 euro di aumento, ma con forti differenze, tra i settori produttivi. In pratica, secondo l’indagine di Crea, più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben il 38% su base regionale si trova comunque costretta a lavorare in una condizione di reddito negativo con un impatto non solo sul fronte produttivo, ma anche su quello occupazionale, ambientale, della biodiversità e della gestione dei territori, spiega Coldiretti secondo lo studio Crea. Prima di questa nuova fase congiunturale internazionale le imprese che avevano un reddito netto negativo era intorno al 9%.

Seminativi - (meno) 17.513 euro

Cerealicoltura - 18.297 euro

Ortofloricoltura – 26.927 euro

Viticoltura – 6.886 euro

Olivicoltura – 5.475 euro

Fruttiferi – 8.233 euro

Erbivori - 13.140 euro

Bovini da latte - 47.298 euro

Granivori - 98.982 euro

Miste coltivazioni ed altri allevamenti - 11.254 euro

Toscana – 14.358 euro

Fonte: dati rapporto Crea - Centro di Ricerca Politiche e Bioeconomia

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