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12 Settembre 2008
“SEMENTI E DIRITTI” TRA AGRICOLTURA TRADIZIONALE ED INDUSTRIALE

Ogni linguaggio ha la sua grammatica e Sementi e diritti considera l'agricoltura industriale e quella tradizionale come due modi diversi di esprimersi e occuparsi di produzione, natura, mercato, ricerca. La pubblicazione di Stefano Masini e Cinzia Scaffidi (Slow Food Editore, 2008) è stata presentata al Campidoglio con gli interventi di Sergio Marini, Presidente di Coldiretti, Carlo Petrini, Presidente di Slow Food e del Sindaco di Roma Gianni Alemanno.
L'agricoltura industriale secondo gli autori utilizza prevalentemente i modi singolari, risultato di un'impostazione riduzionista che tenta di forzare il mondo in poche regole e pochi standard mentre l'agricoltura tradizionale, invece, predilige i modi plurali e la multifunzionalità, la diversificazione.
Il principale spartiacque tra i due linguaggi è il modo in cui si rapportano alle sementi, elemento indispensabile per entrambi, ma oggi regolato secondo la visione industriale, che mal si adatta alle esigenze dell'agricoltura tradizionale. Si rendono necessarie nuove soluzioni giuridiche, che mettano in discussione innanzitutto lo strumento del brevetto sul vivente e della proprietà intellettuale su scoperte e invenzioni.
Prendendo a modello la rivoluzione avvenuta in ambito creativo informatico con l'avvento del software open source e in ambito creativo con le nuove tecnologie che hanno consentito la condivisione delle creazioni in modalità wiki , gli autori suggeriscono di ripensare l'impianto giuridico relativo alle sementi sulla base di queste acquisizioni culturali.

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