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24 Maggio 2024
SENIOR: ENTRO 2030 PENSIONATI SARANNO OLTRE 1 MILIONE MA SENZA SERVIZI ESSENZIALI ADDIO A BORGHI E PAESI MONTANI, IL RUOLO DELLE AZIENDE AGRICOLE. Guarda le fotografie

I nonni sono una figura insostituibile della società e delle comunità rurali. Ma la carenza di servizi, in particolare sanitari e di assistenza alla persona, mettono a rischio la loro permanenza nei borghi e nei paesi più remoti che “sopravvivono” soprattutto grazie a loro. Ecco perché l’agricoltura sociale, di cui la Toscana si è finalmente dotata di una legge su spinta di Coldiretti, può rappresentare una risposta per le comunità rurali (e non solo) in una regione dove entro il 2023 i pensionati supereranno il milione ed insieme una straordinaria opportunità per le imprese agricole che possono sviluppare servizi ed attività dedicate agli anziani come per esempio i servizi di accoglienza diurna e le attività per il tempo libero. A dirlo sono Coldiretti Toscana, Coldiretti Arezzo e Federpensionati Coldiretti in occasione della consegna degli attestati alle “Sentinelle della Sostenibilità”, gli imprenditori agricoli che per tutta la loro vita, lavorativa e non solo, si sono impegnati e si impegnano ancora tutt’oggi verso la tutela dell’ambiente e la salvaguardia e valorizzazione del paesaggio. L’iniziativa, che si è tenuta, al Seminario Vescovile di Arezzo, è stata promossa insieme a Giovani Impresa Coldiretti e Donne Impresa Coldiretti. “Una buona parte dei pensionati vivono nelle zone rurali, montane e più marginali. La popolazione sta invecchiando e dobbiamo fare i conti con la realtà. – ha detto il Presidente Nazionale Federpensionati, Giorgio Grenzi intervenuto ad Arezzo – Senza servizi essenziali i pensionati saranno l’ultima generazione a vivere in questi territori. La legge sull’agricoltura sociale può permettere di colmare una parte di vuoti lasciati dalle istituzioni ma è ovvio che da sola non basta. Servono investimenti e serve riportare quei servizi, soprattutto sanitari ma anche più sicurezza, che oggi mancano e che costituiscono un handicap enorme per la resilienza dei territori e delle comunità”.

Ricambio generazionale. Sono 6.896 gli imprenditori agricoli che hanno più di 65 anni che continuano a lavorare nelle loro aziende. Un’impresa su quattro (25,8%). In Toscana, in un’azienda su due secondo l’elaborazione dei dati Istat di Coldiretti Toscana, il passaggio generazionale avviene in famiglia assicurando insieme alla continuità aziendale il trasferimento di saperi, esperienze immateriali e conoscenze pratiche che restano una ricchezza per il territorio. Spesso è un affiancamento “dolce” dove il padre lavora fianco a fianco con i figli come nel caso di Sergio Ballini (77 anni), viticoltore e olivicoltori di Greve in Chianti, che sta trasferendo le chiavi dell’azienda, che si trova nella zona del Chianti Classico, ai due figli. “Lavoro ancora, nonostante abbia raggiunto la pensione da tanti anni, nell’azienda insieme ai miei figli, che sono i miei pilastri. Il maschio si occupa della parte agricola, la femmina del marketing. Sono bravi ma hanno bisogno ancora del mio aiuto. – ammette con un moto di orgoglio Ballini - La prima cosa che gli ho insegnato, prima ancora di come si cura una vite, è il rapporto ed il rispetto per la natura che va protetta e conservata perché la nostra attività, la nostra vita, è legata a doppio filo alla terra. Questa loro consapevolezza mi porta a dire che la nostra azienda, ed i nostri vitigni, sono in buone mani”.

Andrea Baggini di anni ne ha 73. Produce alberi di Natale nel comune di Montemignaio da più di 40 anni. E prima di fare l’agricoltore lavorava nella pubblica amministrazione e per diversi anni ha portato avanti parallelamente le attività. “La scossa all’azienda l’ha data mio figlio con il suo ingresso. La nostra è una relazione proficua e stimolante: è un confronto quotidiano di persone con età diverse e punti di vista altrettanto diversi che sono un arricchimento per entrambi. – confessa – Io porto in dote l’esperienza, le conoscenze ed i consigli che mio padre ha trasportato fino a me, lui è l’innovazione, l’evoluzione. I nostri alberi oggi si trovano nelle piazze più belle d’Italia, nei garden, nei centri commerciali, e ci siamo tuffati anche nella castanicoltura. Smettere di lavorare? Perché dovrei. Mi piace e mi tiene in forma. E poi mio figlio non vorrebbe…”. E’ andata così anche nell’azienda di Franco Rossi (74 anni), viticoltore aretino. E’ la figlia ad accompagnarlo. “A volte gli dico chi gliel’ha fatto fare perché conosco il sacrificio, altre invece la guardo con orgoglio. – racconta - La passione per questo mestiere mi permette ancora oggi di sopperire le lacune dell’età e di passare tutte le mie conoscenza a mia figlia. L’attività tra le viti è un tempo bellissimo da condividere insieme”.

I premiati. Sono trenta le sentinelle della sostenibilità di tutta la regione che hanno ricevuto l’attestato di benemerenza. Si tratta di Angelo Arrighi (80 anni), Sergio Ballini (77 anni), Andrea Baggiani (73 anni), Pietro Bartalini (77 anni), Carlo Bolognesi (74 anni), Carlo Bracci (86 anni), Ivano Capannini (86 anni), Agostino Chiarini (X), Francesco Cianti (91 anni), Pasquale Cicchiello (78 anni), Saulle Camparini (86 anni), Mario Falomi (86 anni), Mario Frappi (77 anni), Loreto Gigli (77 anni), Foresto Innocenti (87 anni), Francesco Luzzi (83 anni), Luigi Matini (93 anni), Bruno Matteucci (74 anni), Dino Orlandi (76 anni), Vincenzo Pernici (85 anni), Luciana Preti (72 anni), Antonio Rossi (85 anni), Gianfranco Rossi (74 anni), Maria Grazia Sarocchi (76 anni), Luigi Suardi (81 anni), Luciano Vanni (91 anni) e Carlo Tiossi (79 anni).

All’iniziativa hanno partecipato Giuliano Scattolin (presidente Federpensionati Toscana), Francesco Panzacchi (Delegato Giovani Impresa Coldiretti Toscana), Francesco Panzacchi, Emanuele Stolfi (Docente Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena) e Annalisa Gualdani (Docente Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Siena), Angelo Corsetti(Direttore Coldiretti Toscana), Lidia Castellucci (Presidente Coldiretti Arezzo) e Raffaello Betti (Direttore Coldiretti Arezzo). I lavori sono stati coordinati da Stefania Fiorilli (Responsabile Epaca Arezzo) e Nicola Prosperi (Responsabile Epaca Toscana).

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