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16 Febbraio 2010
SERRE: serve ripristinare l’esenzione sul gasolio

In Italia rischia di essere azzerata la produzione in serra di fiori e piante ornamentali e di ortaggi, per effetto dell’insostenibile aumento del costo del gasolio destinato al riscaldamento delle serre. Sono questi gli effetti della  soppressione nel provvedimento Milleproroghe dell’emendamento che ripristinava, rendendola compatibile con le norme comunitarie,  l’agevolazione per il gasolio per il riscaldamento delle serre.
Sono oltre tre mesi che i produttori orto florovivaistici italiani sono costretti a pagare il gasolio il 22% in più del passato, tra l’altro un inverno dal freddo record, da quando una circolare dell’Agenzia delle Dogane del 3 novembre ha sospeso l’esenzione dell’accisa sul gasolio utilizzato per le coltivazioni sotto serra, nonostante il Ministero delle politiche agricole, dopo l’intervento della Coldiretti, avesse ribadito che l’agevolazione doveva essere erogata.
E tutto questo sebbene il settore abbia dimostrato ancora una volta di essere uno dei più dinamici e positivi per l’economia italiana, capace di generare un saldo attivo per l’Italia pari a oltre 150 milioni di euro. Il provvedimento sul gasolio rischia di mettere in difficoltà le imprese, perché anche la produzione non riscaldata o in pieno campo si avvantaggia dell’offerta a 360 gradi che il nostro paese è in grado di proporre ai buyer del settore.
Si stima che il provvedimento possa riguardare oltre 30.000 ettari di coltivazioni specializzate, posizionate in tutta Italia, che producono fiori e piante ornamentali ed ortaggi. In alcuni casi il riscaldamento è utilizzato in maniera continuativa per tutto l’inverno, in altri casi, soprattutto nelle zone favorite dal clima più mite, gli impianti vengono accesi solo in caso di repentino abbassamento delle temperature sotto una soglia termica variabile in funzione del tipo di coltivazione, ma in un inverno così freddo, gli impianti sono costretti a funzionare in continuo.
Si ricorda che l’agevolazione sul gasolio è fondamentale per la competitività delle imprese che si devono confrontare sul mercato con partner comunitari per i quali il costo dell’energia è inferiore e dove vengono erogate agevolazioni per abbattere il costo delle fonti energetiche, per non parlare dei paesi extracomunitari favoriti da un clima più caldo.
Negli ultimi anni le imprese, pur in presenza dell’esenzione dall’accisa, hanno dovuto spesso cambiare coltivazioni, proprio per i costi insostenibili del riscaldamento.
La sospensione dell’esenzione dall’accisa per il gasolio utilizzato in serra potrebbe essere la decisione che porta a chiudere attività minate nel corso degli anni dalla concorrenza di aziende poste in parti del modo dove non solo si è favoriti dal clima, ma dove si pratica anche lo sfruttamento della manodopera e non ci si preoccupa della ricaduta sugli operatori, consumatori e ambiente di pratiche di coltivazione bandite dall’Ue.
La decisione - sottolinea la Coldiretti - è stata assunta inspiegabilmente “anche in assenza di un’espressa abrogazione della norma nazionale” sulla base della “declaratoria di incompatibilità dell’esenzione in questione formulata dalla Commissione Europea” nei confronti della quale però il Ministero delle Politiche Agricole ha presentato ricorso alla Corte di Giustizia Europea.
Coldiretti chiede che venga immediatamente ripristinata l’agevolazione per il riscaldamento delle serre, che sia trovata una soluzione, compatibile con le norme comunitarie, per il futuro delle imprese orto florovivaistiche italiane.

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