La battaglia per la trasparenza dell’olio è vinta. Un successo per Coldiretti che, da anni, si batte per l’indicazione dell’origine delle olive in etichetta, e per la Toscana, terra caratterizzata da un’olivicoltura di qualità, che, fino ad oggi, ha dovuto competere con “falsi” autorizzati e con oli ottenuti da olive di provenienza incerta, spacciati per toscani.
Da oggi, in tutta l’Unione Europea infatti entra in vigore il Regolamento (CE) n. 182 del 6 marzo 2009, che rende obbligatorio dichiarare in etichetta la provenienza delle olive impiegate per produrre l’olio vergine ed extravergine di oliva.
“E’ una risposta coerente alla necessità di combattere le truffe e di garantire la trasparenza alle scelte di acquisto – spiega Coldiretti Toscana -. Si elimina così un elemento che, in passato, ha contribuito a deprezzare il lavoro degli agricoltori e il valore delle olive, i cui prezzi sono crollati al di sotto dei costi di produzione, mettendo a rischio il futuro del settore”.
Il provvedimento va incontro alle esigenze dei consumatori che, in assenza di una etichettatura trasparente, hanno rischiato di “confondere” per produzione nazionale l’olio preparato con olive straniere. A dirlo è un’indagine condotta da Coldiretti-Swg, secondo cui il 98 per cento di chi acquista, considera necessario conoscere l’origine della componente agricola degli alimenti.
Da oggi riconoscere il vero olio italiano sarà facile: in etichetta infatti compariranno le diciture “ottenuto da olive italiane”, “ottenuto da olive coltivate in Italia” o “100 % da olive italiane”.
Chi preferisce il made in Italy quindi dovrà evitare le confezioni su cui vengono riprodotte le seguenti indicazioni: “miscele di oli di oliva comunitari”, “miscele di oli di oliva non comunitari” o di “miscele di oli di oliva comunitari e non comunitari”.
La norma consente di verificare oltre al marchio la reale origine delle olive impiegate e quindi anche di valorizzare gli oliveti del nostro paese, che è il secondo produttore europeo di olio di oliva. In Italia nascono i due terzi dell’extravergine e si contano 38 denominazioni (Dop/Igp) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative.
“Con le mobilitazioni degli ultimi anni la Coldiretti è riuscita ad ottenere l'obbligo di indicare la provenienza per carne bovina, ortofrutta fresca, uova, miele latte fresco, pollo, passata di pomodoro ed ora anche dell’extravergine di oliva. La decisione dell’Unione Europea prepara il terreno all’etichettatura trasparente per tutti i prodotti alimentari che sono ancora anonimi, dal latte a lunga conservazione a tutti i formaggi, dalla carne di maiale a quella di coniglio ed agnello, dai succhi di frutta alle conserve vegetali”.
Clicca qui e scarica la corretta etichettatura dell’olio d’oliva in vigore da oggi.