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28 Aprile 2016
UNGULATI: COLDIRETTI CRITICA SU PROCEDURE, ANCORA TROPPA BUROCRAZIA TRA AGRICOLTORI E FAUNA

Meccanismi per attivare gli interventi costosi e complicati: rischia di esserne vanificata efficacia e tempestività.
Estremamente complicata, costosa ed inutile la procedura di gestione del piano di controllo della fauna selvatica previsto dalla legge obiettivo, approvata lo scorso febbraio dalla Regione Toscana. C’è ancora troppa burocrazia in Toscana tra gli agricoltori e l’emergenza ungulati che nel frattempo proseguono nelle loro scorribande tra terreni coltivati e vigneti, seminando danni alle colture e mettendo a rischio la stabilità idrogeologica delle nostre campagne e la presenza dell’agricoltura nelle zone marginali e più difficili. Coldiretti Toscana è critica nei confronti della Regione Toscana che ha definito modalità e meccanismi di intervento finalizzati alla prevenzione e al contenimento dei danni alla colture agricole da parte di cinghiali, caprioli, cervi ed ungulati in genere nei periodi al di fuori della caccia (info su www.toscana.coldiretti.it). Meccanismi che però vanificheranno tutti gli sforzi fatti sino a qui per produrre una legge obiettivo sulla carta – ma solo sulla carta - all’avanguardia. Una presa di posizione preoccupata e perplessa quella della principale Organizzazione agricola che arriva dopo la lettura della delibera “Procedura per l’attuazione dei piani di Controllo della Fauna Selvatica ai sensi dell’articolo 37 della legge regionale 12 gennaio 1994, n. 3 (Recepimento della legge 11 febbraio 1992, n. 157 – Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) approvata dalla Giunta Regionale. “Il meccanismo per attivare la procedura di intervento – spiega Tulio Marcelli, Presidente Coldiretti Toscana - è estremamente burocratico, contorto e farraginoso e non consentirà di intervenire tempestivamente nelle situazioni a rischio. La legge non produrrà gli effetti per cui è stata concepita: riportare la popolazione degli ungulati ad un livello di sostenibilità, salvaguardare le attività agricole e la biodiversità. L’eccesso di burocrazia inserito nel piano non è figlia purtroppo figlia solo della nuova legge ma della mancata attuazione della legge 3 sulla caccia a causa del passaggio delle deleghe fra Provincie e Regione. La procedura per attivare gli interventi rischia di essere inefficace: la legge obiettivo non servirà a nessuno”.
Ma c’è anche un secondo provvedimento che Coldiretti contesta e per cui ha già inviato le sue osservazioni agli uffici regionali: è quello relativo al piano dei controllo del cinghiale che “introduce – analizza Antonio De Concilio, Direttore Coldiretti Toscana – la solite complicazioni burocratiche rendendo molto tortuoso il percorso per attivare gli interventi di controllo da parte degli agricoltori. Le proposta del piano di controllo – prosegue - è molto più restrittiva della legge obiettivo che fa riferimento ad un principio per noi fondamentale che è quello del danno potenziale. Gli interventi di contenimento dei cinghiali devono essere attuati prima che i danni assumano una dimensione rilevante. La proposta dice l’esatto contrario: si può intervenire solo dopo, quando i danni sono quantificati. Non è la strada per risolvere un’emergenza che sta mettendo in ginocchio la nostra agricoltura, mettendo a rischio anche l'incolumità dei cittadini. I meccanismi di intervento ed il piano di gestione degli ungulati così come sono stati strutturati non sono accettabili: dilatano i tempi, non danno risposte e finiscono di rendere i controlli del tutto inefficaci rispetto a quello che è l’obiettivo di contendere i danni di un vero e proprio squilibrio dell'ecosistema ormai divenuto insostenibile per l'intera collettività”.
Per informazioni www.toscana.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook e @coldirettitosca

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