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2 Luglio 2008
VENDITA DIRETTA CONTRO IL “CARO PREZZI”

“Con i prezzi che si impennano, l’accorciamento della filiera diventa uno strumento efficace  per ridimensionare i passaggi e, con essi, i costi che questi si portano al seguito. In parole povere, è un modo per eliminare o ridurre le diseconomie che finiscono per pesare sulle tasche dei cittadini, senza contribuire a migliorare il reddito delle imprese che operano nel settore. Una nostra recente indagine infatti conferma che, fatto cento il prezzo di un prodotto agroalimentare – spiega il presidente di Coldiretti Tulio Marcelli –, solo il 19 per cento va a remunerare il lavoro dell’imprenditore agricolo. Il resto viene inghiottito dall’industria e dal settore del commercio e dei servizi. Evidente dunque che ci sia una sempre più marcata ricerca di  rapporto diretto tra produttore e consumatore che, di fatto, diventa anche sinonimo di risparmio. La vendita diretta diventa quindi una risposta importante per chi compra, che può accedere a prodotti offerti al miglior rapporto qualità/prezzo, ma anche per chi produce che, in questo modo, può migliorare il suo reddito. Attenzione però – mette in guardia il direttore di Coldiretti Toscana Prisco Lucio Sorbo –, la filiera corta può presentare molte sfaccettature diverse.
Noi quando parliamo di questo abbiamo in mente un modello ben preciso: i farmers market, ovvero i mercati contadini, così come vengono definiti e inquadrati dal recente   decreto n.301 del 29 dicembre 2007. Niente a che vedere con i Mercatali che si stanno moltiplicando in ogni parte della regione.
Quelli sono una delle occasioni  proposte al produttore per vendere direttamente, ma sono ben altra cosa rispetto alla risposta strutturata, prevista dal provvedimento nazionale, che consente, all’impresa, di avere un mercato di riferimento duraturo e continuativo e, al consumatore, una risposta costante al bisogno di reperire alimenti di qualità a prezzi accessibili. Noi tutti per quella formula dobbiamo lavorare perché l’agricoltura non sia solo ed unicamente un momento di folklore e di promozione del territorio, ma  una opportunità di business per chi la pratica e di risparmio per chi fa acquisti.
Ci auguriamo che le amministrazioni locali mostrino sensibilità e interesse alle proposte operative che stiamo studiando e proponendo e che ci accompagnino in questa operazione di avviamento di iniziative, che non vogliono annullare le manifestazioni già calendarizzate, ma si pongono un obiettivo decisamente più ambizioso e importante: diventare un punto di riferimento per chi produce e acquista”, conclude Sorbo.

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