55 Views

21 Maggio 2009
VINO: COLDIRETTI, E’ ALLARME CAPRIOLI PER DANNI A CHIANTI E MONTALCINO

In queste zone le nostre aziende agricole segnalano - sottolinea la Coldiretti - che numerosi caprioli stanno arrecando gravi danni alla viticoltura. La brucatura dei giovani germogli delle viti, infatti, impedisce il normale sviluppo vegetativo, limitando fortemente la produzione di grappoli e bloccando anche lo stato di crescita delle piante di vite.

La Coldiretti dopo aver segnalato il problema nei mesi scorsi alle autorità responsabili ha adesso chiesto formalmente e con urgenza l'adozione di misure drastiche di riduzione del numero dei caprioli sul territorio senese. C’è la necessità - precisa la Coldiretti - di riportare la densita' e la presenza dei cervidi a numeri sostenibili per il territorio. Secondo i dati forniti dall'amministrazione provinciale di Siena, al 31 marzo 2009, sono stati 5.667 i caprioli abbattuti relativamente alla stagione 2008-2009.

Secondo una analisi della Coldiretti a livello nazionale cinghiali, cervi e lupi provocano hanno provocato in Italia danni per 70 milioni di euro in un anno, causando migliaia di incidenti stradali e devastando strutture e colture agricole. L'allarme riguarda - sottolinea la Coldiretti molte regioni del sud, centro e nord Italia con lupi, cervi, cani selvatici e gruppi di cinghiali guidati da animali fino di oltre 150 chili di peso che stanno “invadendo” campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo. Un fenomeno che, con morti e feriti, sta mettendo anche a rischio la vita quotidiana della popolazione in molti piccoli centri. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c'è piu' la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati.
 
L'agricoltura - sostiene la Coldiretti - è oggi l'unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza garantire i giusti indennizzi. E' quanto accade, purtroppo sempre più di frequente, con i danni da fauna selvatica. Cinghiali, daini, mufloni, nutrie, storni e molte altre specie, proliferate ben oltre i limiti, fanno quotidiane incursioni nei campi, devastando le colture. Tali animali sono considerati bene pubblico ma i danni da loro causati vengono al massimo ritenuti ammissibili di essere indennizzati (e non completamente risarciti). Indennizzi che, oltretutto, arrivano in ritardo e che solitamente non coprono che la metà del danno economico subito dall'impresa, anche a causa dei guasti della malaburocrazia.

Per questo Coldiretti ha richiesto che, quando non risultino efficaci le misure di prevenzione e gli strumenti ordinari di gestione della fauna selvatica esercitati da sindaci e prefetti quale intervento di protezione civile e ordine pubblico, si ricorra a mezzi straordinari come il controllo faunistico inteso come attività di contenimento numerico, di allontanamento e di eradicazione della fauna che si renda necessaria per il soddisfacimento di un primario interesse pubblico, esercitata dall'autorità dei Prefetti quale intervento di pubblica sicurezza.  

Quali buone pratiche hai messo in atto nella tuo quotidianità per ridurre l’uso della plastica?

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi