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24 Maggio 2013
ZAFFERANO: ALLA SCOPERTA DELL’”ORO ROSSO”

Una associazione per difendere vero zafferano italiano.

Campagna Amica e Coldiretti scommettono sull'oro rosso. I mercati e le Botteghe diventano il “luogo” ideale per far riscoprire e conoscere al consumatore uno dei prodotti d'eccellenza dell'enorme patrimonio agroalimentare rimasti nell'ombra ma dal grandissimo valore aggiunto: lo zafferano. Tra i 10 cibi più costosi al mondo - è la spezia più cara in assoluto del pianeta - la coltivazione di crocus sativus linnaeus (questo il nome del fiore da cui si ricavano  i pistilli di zafferano) sta ritrovando notevole attenzione da parte delle imprese agricole, agriturismi, aziende tradizionali o del mondo del florovivaismo di piccole e piccolissime dimensioni per lo più a gestione familiare, poiché rappresenta un elemento di diversificazione (e multifunzionalità) e di integrazione al reddito aziendale interessante. Come per olio, vino ed i prodotti agricoli più famosi del nostra Made in Italy anche lo zafferano è uno dei prodotti tra i più taroccati ed imitati. Per contrastare ed affrontare il pericolo dilagante dei tarocchi e ridare centralità ed importanza ad una coltivazione bellissima, colorata, quasi magica, è nata l'associazione “Zafferano Italiano” che ha la sua sede centrale in Toscana, a Lastra a Signa, ma riunisce circa 200 aziende e cooperative di Marche, Umbria, Arezzo, Sardegna su 320 censite in Italia. “Lo zafferano italiano - spiega Giovanni Piscolla, Presidente dell'Associazione Zafferano Italiano - si distingue da tutti gli altri zafferano d'importazione oltre che per l'origine cerca e tracciabile, quanto per il disciplinare di produzione e per la peculiarità di venire commercializzato solo in stimmi integri tostati e non in polvere”. Lo zafferano venduto e spacciato come italiano è in 2 casi su 3 straniero; le imprese che aderiscono al disciplinare possono usare il relativo “marchio” che viene concesso gratuitamente alle imprese che aderiscono al progetto e producono i “pistilli” nel rispetto di un disciplinare rigoroso e trasparente. “Il 70%-80% dello zafferano consumato in Italia è importato e promosso come prodotto italiano”. In Italia si producono annualmente 450 kg di zafferano che occupano circa 55 ettari, in Toscana circa 60 chilogrammi annui. Media-mente, ogni famiglia-azienda, può coltivare 600 grammi, max 800 l'anno. Prezioso come l'oro (da qui l'appellativo di oro rosso) il costo per acquistare un singolo grammo può variare tra i 25 ed i 30 euro. Il rapporto, determinato dall'elemento qualitativo e dalla particolarità del prodotto, sta nella voce del prezzo: 1 chilogrammo di zafferano italiano può costare tra i 25-30 mila euro al chilogrammo contro i 4 mila di quello che arriva dall'estero (90% da Iran, 10% da India, Grecia, Marocco e Spagna per un valore di circa 30milioni di eurol'anno). Grazie allo “Zafferano Italiano” questa particolarissima produzione di nicchia ha finalmente trovato una prospettiva nel mercato e nell'interesse, sempre più crescente, da parte del mondo agricolo e delle donne: “hanno un ruolo da protagonista in questa coltivazione sia nella fase di raccolta cheavviene ad ottobre, che nella separazione degli stimmi dal resto del fiore che nell'essiccazione.
Le mani delle donne - ammette Piscolla - sono il valore aggiunto del nostro prodotto finale. Tutti i passaggi avvengono manualmente, anche il confezionamento.
L'80% delle aziende che oggi producono e sono nostre associate sono condotte da donne. Questo la dice lunga sulla propensione digenere”.
Per saperne di più vai su
http://www.zafferanoitaliano.it/

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